
Notate i segni che ci circondano? Vorrei essere chiara: questo NON è un blog che parla di esoterismo, magia, oroscopi o destino, perché non è la mia favola. Ma i segni derivati dalla semiotica e che influenzano la nostra comunicazione… naturalmente:)
Sulla genesi del post di oggi
Sapete già molto dei miei interessi. Sapete che sono affascinato dalla linguistica, dal linguaggio, dalla comunicazione, dal comunicare, ecc. ecc. Oggi vorrei quindi iniziare la nostra avventura con la comunicazione e, più specificamente, con il linguaggio fin dall’inizio – con la semiotica, la scienza dei segni. Se si conosce questo termine, lo si può associare immediatamente alla semiotica; si tratta di campi correlati. La semiotica, tuttavia, è più giovane e non è realmente concretizzata come scienza, mentre la semiotica è un concetto già noto nell’antichità e ampiamente utilizzato anche in altre lingue e da organizzazioni scientifiche serie.
Lasciando le questioni teoriche e filosofiche ai linguisti e ai filosofi, vorrei andare dritto al significato, per mostrarvi che non si tratta di una questione puramente teorica e scientifica, ma che siamo circondati da segni!
Come ho detto, la semiotica o semiologia è la scienza dei segni, ma anche dei segni.
Definizione di segno
Una delle definizioni più comuni di segno è stata fornita dall’americano Charles Sanders Peirce. Secondo lui, è “qualcosa che per qualcuno sostituisce qualcos’altro in certi aspetti e proprietà”. Abbiamo quindi un oggetto, un referente e un segno. In questo senso, queste tre entità non possono esistere l’una senza l’altra. Possono naturalmente esistere da soli, ma avranno un significato completamente diverso o non avranno lo stesso ruolo. Ecco perché il contratto, o convenzione sociale, che stabilisce come interpretare certi segni, è così importante in questo caso. Un esempio molto semplice è rappresentato dai semafori di un incrocio. Abbiamo il rosso, il giallo e il verde. È la società che ha stabilito e reso popolare il fatto che un semaforo rosso, in realtà, ci dà il messaggio “fermati”, un semaforo giallo “stai pronto” e un semaforo verde “vai”.
Segni
Ci sono ancora segni che potrebbero essere definiti naturali. La febbre è un segno di malattia, il fumo è un segno di fuoco.
Divisione dei segni
Peirce fece un ulteriore passo avanti e divise i segni in:
indici, tra i quali possiamo includere segni, sintomi e sintomatologie, cioè, come ho scritto sopra, c’è una certa relazione naturale tra di essi che può manifestarsi nel tempo o nello spazio;
icone, che esprimono la somiglianza tra l’oggetto a cui si riferiscono e la sua rappresentazione grafica, che può essere espressa in immagini che riflettono l’oggetto o in diagrammi che mostrano la relazione della struttura degli oggetti. Viviamo in un mondo iconico. Gli esempi si possono moltiplicare, ogni logo può essere evocato qui;
e i simboli, cioè tutti i segni basati su convenzioni. Questo per quanto riguarda l’aspetto filosofico della semiotica.
La semiotica in termini linguistici
Abbiamo ancora la parte linguistica, dove il nome più importante da ricordare è quello di Ferdinand De Saussure. Ha spiegato la duplice natura del segno linguistico, che contiene:
l’elemento significante, che è lo strato fonetico, ciò che sentiamo,
e l’elemento significato, che è il concetto che viene trasmesso (da non confondere con un oggetto specifico!)
Esempio con una sedia
Come si fa a capirlo? Prendiamo, ad esempio, la parola “sedia”: sentiamo il suono che ha nelle nostre orecchie – questo è l’elemento significante, e ora pensiamo a cosa sia una “sedia” – è un oggetto (anche se non è la parola migliore), con quattro gambe e una parte piatta trasversale su cui sedersi – questo è l’elemento significato.
Non abbiamo un riferimento a un singolo oggetto, perché un segno in termini linguistici è inscritto in un sistema di segni e considerato come tale.
La divisione della semiotica o, in conclusione, l’annuncio del seguito
Charles Morris, invece, ha distinto tre divisioni della semiotica: la semantica (il significato di un segno), la sintattica (il segno in relazione ad altri segni) e la pragmatica (il segno in relazione ai suoi utilizzatori, di cui un’estensione sono gli atti locutivi, illicutivi e perlocutivi – su cui torneremo in un altro post).
Vi starete chiedendo perché oggi ho scritto questo post teorico. In primo luogo, per mostrarvi che viviamo circondati da segni in senso linguistico. Questi segni ci comunicano diverse informazioni. Voi stessi create alcuni segni, come quelli iconici e quelli che sono il prodotto della cultura in cui viviamo. Infine, probabilmente la ragione più importante: l’interpretazione corretta e appropriata dei segni aiuta a comunicare in modo efficace; o al contrario, quando la comunicazione fallisce, si possono cercare problemi nell’errata interpretazione di questi segni o nella loro completa omissione.
E quali segni o indicazioni notate intorno a voi?