Ho sentito e letto innumerevoli volte la frase “scrivi come parli”. L’ho fatto davvero. E mi chiedo come si possa diffondere! Probabilmente solo inconsciamente, e come sapete non mi piace l’inconsapevolezza nel linguaggio.
Svolgimento dell’introduzione
L’introduzione è stata molto breve, ma anche molto schietta. Sì, l’ho fatto davvero, ho detto subito quello che pensavo sull’argomento. Se volete sapere perché e leggere questa riflessione sul linguaggio scritto, vi invito a leggere su….
Comprendere l’autore della tesi “scrivi come si parli”
Nonostante la mia forte obiezione a incoraggiare la scrittura come si dice, probabilmente capisco la genesi di questa frase. Per il resto, credo nelle buone intenzioni di chi diffonde questi consigli. O almeno lo spero. Questo suggerimento è, presumibilmente, volto a incoraggiare la scrittura in generale e a non avere paura di scrivere. Se qualcuno è riluttante a scrivere e, molto meglio, si esprime oralmente sullo stesso argomento, dovrebbe affrontare il compito nello stesso modo. Non deve concentrarsi sulla forma, ma sul contenuto. E questo non è sbagliato, ma solo fino a un certo punto. Non c’è bisogno di concentrarsi su ciò che ci blocca, su ciò che ci rende incapaci di mettere su carta i nostri pensieri (avete mai pensato che questa espressione fosse superata! Per caso lo usate ancora?).
Dove sta l’errore?
Purtroppo, molte persone e molti marchi prendono alla lettera questo consiglio. Pubblicano post su blog e social media che… sono impossibili da leggere. Le frasi sono piene di colloquialismi, parole che non aggiungono alcun significato al discorso, i pensieri sono incompiuti, si interrompono, si aprono nuovi filoni; una massa di interiezioni che non hanno nulla a che fare con l’argomento principale. Sospetto che chi scrive in questo modo sia accompagnato da una convinzione di autenticità, se a questo aggiungiamo le parole alla moda che sono insite nel linguaggio colloquiale, allora la ricetta per il disastro è pronta.
La lingua parlata e la lingua scritta sono diverse, e questa è una cosa bellissima
Se vi capita di scrivere così, non sentitevi attaccati da me. Ricordate che è importante rendersi conto del problema e lavorare su di esso. Non voglio soffermarmi sugli aspetti negativi, quindi passerò subito a elencare i vantaggi del rispetto delle regole della lingua scritta. Esattamente, dal momento che esiste il linguaggio scritto e parlato, c’è una ragione per questo. Nascondersi dietro la convinzione che scrivendo in lingua parlata raggiungiamo maggiormente la nostra comunità e i nostri clienti non mi convince necessariamente. Ok, basta professare!
Se non sapete perché è importante seguire le regole del linguaggio scritto, vi fornisco cinque argomenti:
1. nella lingua scritta cerchiamo parole più sofisticate, siamo “costretti” a usare sinonimi per rendere il testo più gradevole dal punto di vista estetico
2. usiamo espressioni e strutture che non usiamo nel linguaggio parlato.
3. possiamo usare parti del discorso che non sono usate nella lingua parlata, ad esempio il participio passato, che è insito solo nella lingua scritta, non è usato nella comunicazione orale e non si trova in nessun dialetto (lo sapevate?).
4. è possibile, e persino necessario, creare frasi composte (almeno due volte composte), che danno fluidità al discorso
5. Con l’uso di frasi composte, dobbiamo usare – correttamente – le regole della punteggiatura, il che non ci danneggia.
In poche parole, l’uso delle regole della lingua scritta ci permette di curare la forma della lingua polacca (o di qualsiasi altra lingua che usiamo al lavoro), di diffonderla nella sua forma corretta e di mostrare così rispetto ai nostri lettori.
Come si fa a “scrivere come si parla”?
Non sarò breve, tuttavia, e concluderò aggiungendo che è possibile e necessario attingere al linguaggio parlato, ma nel modo più consapevole possibile. Come? Stilando affermazioni o parti di affermazioni in un discorso colloquiale, proprio attraverso l’uso di brevi frasi singole o equivalenze; aggiungendo interiezioni sotto forma di storie (storytelling), usando l’esemplificazione (esempi, similitudini, metafore; a proposito – avete letto la neewsletter della scorsa settimana su questo argomento? Ci sarà una seconda parte questo giovedì, se non vi abbonate potreste perdervela di nuovo. Clicca qui per iscriverti…). Il linguaggio colloquiale è anche, di solito, semplice, e un messaggio semplice si trasmette meglio e aumenta le possibilità di una comunicazione efficace.
Non abbiate timore di stilizzare il linguaggio del vostro marchio con un linguaggio colloquiale/parlato, ma, per favore, non scrivete come parlate! (a meno che non siate un oratore famoso).
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